No allo stop ai pubblici incarichi per i legali non in regola con il fisco
- Movimento Forense
- 14 ott
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In data odierna sul quotidiano "Il Mattino" è apparso un trafiletto dal titolo “Stop ai lavori per lo Stato agli avvocati in debito con l’Agenzia del Fisco”, ove si evince che lo Stato, invece di cercare soluzioni ai problemi oggettivi della Giustizia Italiana cerca, ancora una volta, di sopperire ai suoi deficit organizzativi imponendo rigidità ulteriori ad un sistema che non sarebbe in grado di funzionare senza la presenza degli avvocati.
E' evidente che l'essere in regola con il pagamento di tasse e imposte è un obbligo (e per gli avvocati pure un dovere deontologico), ma non può sfuggire che una norma che prevedesse di limitare l'accesso agli incarichi pubblici o la possibilità di svolgere incarichi garantiti dal patrocinio a spese dello Stato a chi non fosse in regola con i pagamenti all'Agenzia delle Entrate non farebbe che causare multipli cortocircuiti nel sistema, anche togliendo agli stessi avvocati oggetto della misura le disponibilità economiche per rientrare da esposizioni di eventuali debiti fiscali: la misura avrebbe come unico effetto quello di limitare infatti il ricorso allo strumento del PSS e tagliare fuori da incarichi pubblici una fetta di avvocatura italiana in evidente difficoltà.
Non solo, la riduzione del numero di avvocati che potrebbero quindi svolgere la funzione di difensori con patrocinio a spese dello Stato andrebbe poi ad incidere sulla tutela dei diritti dei cittadini, lasciando solo ad un "numero minore di eletti" la possibilità di accedere alla tutela giudiziaria.
Lo Stato dovrebbe indagare sulle ragioni della crisi, adottare misure a supporto e prevenzione, non limitare il diritto di difesa e l’esercizio della nostra nobile professione.
Potrebbe, ad esempio, limitare le misure pignoratizie, consentendo così di ottemperare al pagamento dei debiti fiscali.
Ancora una volta si interviene nel delicato settore della difesa dei diritti dei cittadini senza aprire un preliminare confronto con le istituzioni e la Associazioni forensi e con l'Avvocatura tutta, senza fughe in avanti che rischierebbero di essere del tutto controproducenti e dannose per i cittadini.
Pertanto, Movimento Forense auspica che il legislatore, si concentri e ponga in essere reali e concrete soluzioni per la Giustizia che consentano una migliore fruizione della stessa nell'interesse di tutti i cittadini.
Elisa Demma, Presidente Movimento Forense

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