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Riforma Reato Di Abuso D’ufficio E Traffico Di Influenze Illecite audizione II commissione giustizia

MOVIMENTO FORENSE: Riforma Reato Di Abuso D’ufficio E Traffico Di Influenze Illecite audizione II commissione giustizia Camera dei Deputati


Il Movimento Forense ha partecipato con l’avv. Flavio Luigi Romito, membro dell’Ufficio di presidenza, all’audizione, tenutasi ieri 18 maggio presso la Camera dei Deputati – II Commissione Giustizia -, in ordine alle proposte di modifica del reato di abuso d’ufficio (art. 323 c.p.) e traffico di influenze illecite (art 346 bis c.p.). Si è evidenziata la necessità di una riforma delle fattispecie di reato e non una abrogazione o una depenalizzazione della stessa come prospettato in alcune proposte.

Si è precisato come non possa in alcun modo essere sostituito il concetto di imparzialità (bene giuridico tutelato dall’art. 323 c.p.) della Pubblica Amministrazione della P.A. con il libero arbitrio del pubblico ufficiale o dell’incarico di pubblico servizio; ciò anche nel rispetto dei principi costituzionali( imparzialità e buon andamento sono principi base e cardine contenuti nell’art. 97 Cost.). difatti le norme anche quelle penali devono essere il presidio dei comportamenti lesivi dei principi costituzionali di imparzialità e buon andamento.

Movimento Forense, altresì, si è fatto promotore di una proposta di modifica che concentri l’attenzione, tipizzando maggiormente la norma ed il limite di applicabilità della stessa, sul divieto dell’uso privato dell’ufficio nello svolgimento delle funzioni da parte del pubblico ufficiale e incaricato di pubblico servizio, caratterizzato da una effettiva e consapevole distorsione funzionale dell’azione amministrativa che leda per l’appunto la imparzialità della Pubblica amministrazione provocando direttamente danni ad altri. Inoltre si è espresso che debba essere considerato illecito il comportamento consapevole dell’agente anche in ordine alla omissione di astensione e specificando la applicazione della circostanza aggravante in caso di violazione di principi discriminatori o in casi di rilevante entità.

Infine, si è evidenziato come l’abrogazione o la depenalizzazione delle fattispecie di reato non producano conseguentemente una maggiore efficienza da parte della Pubblica Amministrazione ma possano, al contrario, essere il rischio di una espansione di altri reati oltre che essere mal percepiti dal cittadino che si interfaccia con la Pubblica Amministrazione e che potrebbe non avere più tutele.

I contenuti tecnici e la proposta normativa sono stati apprezzati espressamente da Onorevoli presenti.

Roma, 24 maggio 2023

I Presidenti f.f.

Avv. Alberto Vigani Avv. Elisa Demma


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