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RIFORMA DELLA GIUSTIZIA: IL PERCORSO UNITARIO DELL'AVVOCATURA DEVE ANDARE OLTRE I REFERENDUM.

Il Movimento Forense ha condiviso, sin dall’inizio, lo spirito e i contenuti dei quesiti referendari in materia di Giustizia, impegnandosi nella raccolta delle firme e nella successiva campagna di informazione.

Nell’ottica di una presa d’atto della necessità di apportare modifiche, non più differibili, alla vigente normativa, i referendum miravano a riequilibrare l’intero settore, conferendo concretezza ai concetti di giusto processo, garantismo, difesa dei diritti e presunzione di non colpevolezza: il tutto, in un quadro più ampio che valorizzasse il fondamentale ruolo degli avvocati anche nell’ambito dei consigli giudiziari.

Ci siamo spesi attivamente, senza risparmiarci, perché credevamo (e ancor di più crediamo adesso) che l’esito positivo della consultazione potesse rappresentare un passo avanti decisivo per il nostro ordinamento.

Nel silenzio pressoché assoluto dei media, abbiamo rilevato, con soddisfazione, che l’intera Avvocatura italiana si è finalmente compattata in favore di questi referendum.

Le istituzioni, da un lato, e le associazioni, dall’altro, hanno fatto corpo unico nelle ultime settimane per veicolare il senso più profondo di questo passaggio democratico: ispirare e delineare una Giustizia, che metta sempre al centro le garanzie.

È il vero punto di forza, dal quale ripartire con convinzione, soprattutto perché - ferma restando la doverosa valutazione sull’alto tasso di astensionismo - gli elettori si sono espressi per il “Sì”, con una significativa maggioranza.

Per questa ragione, da avvocati e da cittadini, non possiamo trovarci d’accordo con chi oggi, piuttosto che cogliere l’occasione per sottolineare l’opportunità di proseguire sulla linea dell’unità e della condivisione, ha preferito riproporre la solita filosofia associativa dell’esclusività - per non dire della primazia - delle proprie posizioni su alcune tematiche, legate principalmente al processo penale.

Non è il momento dei distinguo, né tantomeno si può (continuare a) ritenere che determinate questioni riguardino soltanto una parte degli avvocati.

Le vere battaglie di democrazia e di diritto si combattono, in ogni caso, per gettare il seme e per favorire la crescita della pianta: il percorso è iniziato e l’Avvocatura - nella sua dimensione unitaria - non deve certamente fermarsi, perché la libertà, quella senza finzioni, resta la più autentica chiave di volta.

Milano, 13 giugno 2022


Il Presidente

Antonino La Lumia



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