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PATROCINIO A SPESE DELLO STATO: IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA RECEPISCE LE SOLLECITAZIONI DI MF

PATROCINIO A SPESE DELLO STATO: IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA RECEPISCE LE SOLLECITAZIONI DEL MOVIMENTO FORENSE E ADEGUA IL LIMITE REDDITUALE PER L'ACCESSO AL BIENNIO 2020-2022

Ieri, domenica 14 maggio 2023, il Ministero della Giustizia ha emanato una nota con la quale ha comunicato che saranno adeguati i limiti di reddito per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato. "Lo prevede il decreto interdirigenziale 10 maggio 2023 - si legge nella nota - emanato dal Capo Dipartimento degli Affari di Giustizia con il concerto del Ragioniere Generale dello Stato, ai sensi dell’art. 77 del d.P.R. 30 maggio 2002, n. 115". Un traguardo finalmente raggiunto, grazie all'emersione del problema da parte di Movimento Forense e alla successiva battaglia svolta con il sostegno delle istituzioni. Tutto ha avuto inizio il 21 Febbraio 2023 con un articolo apparso su “Italia Oggi” ove il Movimento Forense, sollevava, per la prima volta, il problema dell'adeguamento del limite reddituale per l'accesso al patrocinio a spese dello Stato, con riferimento al biennio 2020-2022, avendo mancato l'adeguamento nel 2020.

Il 3 febbraio 2023, infatti, il Ministro di Giustizia ha emanato il decreto biennale con il vigente riferimento reddituale per determinare la soglia di ammissione al patrocinio a spese dello Stato. L’aggiornamento è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale solo in data 21.04.2023.

La sollecitazione del Movimento Forense è stata prontamente ricevuta dall'onorevole Devis Dori, il quale, il 22 febbraio, ha presentato un'interrogazione al Ministero della Giustizia volta a richiedere l'emanazione del decreto biennale previsto dall'articolo 77 del decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002 per l'adeguamento dei limiti di reddito per l'ammissione al gratuito patrocinio con riferimento al biennio antecedente al corrente anno.

Ed, invece, nella sua risposta il Ministero ha dichiarato di aver usato i dati del biennio 2018/2020 e non – come in realtà doveva essere ai sensi dell’art. 77 dpr 115/2002 – il biennio 2020/2022, così emanando un nuovo decreto già “superato” e non prendendo in considerazione gli aumenti dell’inflazione, a danno delle fasce di popolazione più deboli che avrebbero avuto così meno possibilità di accedere al beneficio.

Movimento Forense non si è arreso ed il 27 marzo 2023, riprendendo il proprio comunicato del 22 febbraio, ha evidenziato il palese errore cui è incorso il Ministero ed il conseguente vulnus per la società civile.

In un'intervista del 28 marzo, che ha visto l'intervento dell'on. Devis Dori unitamente al Presidente f.f. Movimento Forense, Avv. Alberto Vigani, e il Consigliere CNF, Avv. Antonino Galletti, si è resa palese la disfunzione del sistema e le sue conseguenze negative per oltre un milione di contribuenti; il 29 marzo si sono uniti i deliberati di CNF e OCF, nonché da ultimo l'Ordine degli Avvocati di Roma, che nell'adunanza consiliare del 4 maggio u.s., ha deciso di proporre impugnazione davanti al Tribunale amministrativo regionale del Lazio. Nel frattempo, tra aprile e maggio, erano seguite altre interrogazioni in Camera e Senato degli onorevoli Dori, Rossomando, Verini, Bazoli e Mirabelli.

Il 14 maggio la notizia è stata ripresa anche dalla prima pagina del Fatto Quotidiano.

Movimento Forense è stato il primo a credere in questa battaglia, che è stata prima di tutto un battaglia di giustizia sociale portata avanti con tenacia e forza da un'associazione forense e condivisa dalle istituzioni, a dimostrazione che l'Unione fa la forza e che l'avvocatura se unita e con lealtà è baluardo della tutela dei diritti.

Roma, 15 maggio 2023

I Presidenti f.f.

Avv. Alberto Vigani

Avv. Elisa Demma




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