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I tribunali insulari vanno stabilizzati

Il D.L. 186 del 27 novembre 2022 ha disposto il differimento di un anno della data della chiusura della Sezione Distaccata di Ischia, lasso temporale che occorrerà, come riferito in Parlamento dal Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per ripristinare definitivamente con atto legislativo le sezioni distaccate insulari, già prorogate da circa dieci anni e per le quali già era stata prevista l’approvazione di una nuova proroga nella legge di stabilità o nel decreto mille proroghe a fine anno, in aderenza al principio sancito dalla recente modifica dell’art. 119 della Costituzione, secondo cui: “La Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità”.

Il Movimento Forense, nell’auspicare che finalmente lo Stato voglia introdurre una modifica all’impianto normativo della Geografia Giudiziaria che stabilizzi una volta per tutte le Sezioni Distaccate di Ischia, Lipari e Portoferraio, elevandole se necessario al rango di Tribunali, in modo da restituire ai Cittadini delle isole, già pesantemente penalizzati dalla loro condizione di isolani, un Servizio Giustizia efficiente e quantomeno pari agli standard delle Sedi Centrali di Tribunale, esprime contrarietà rispetto alla posizione assunta dall’ANM di Napoli, in una nota del 16 dicembre scorso comparsa sulla stampa locale.

I diritti non possono soggiacere a logiche di mercato, di convenienza economica e/o di comodità per chi amministra la Giustizia.

Le “diseconomie” e “disfunzioni” sono generate, piuttosto, proprio dalla precarietà di questi Presidi Giudiziari, considerati “scomodi” da chi ha l’onere di gestirli e, così, depauperati delle risorse umane necessarie al loro funzionamento, in attesa della loro chiusura definitiva in danno degli Utenti.

Inutile, poi, discutere sui costi per il mantenimento delle Sezioni Distaccate insulari, tenuto conto che, permanendo nei medesimi immobili, gli uffici del Giudice di Pace, le spese oggi sostenute per questi ultimi (utenze, manutenzione etc.), rimarrebbero tali e quali anche in caso di soppressione dei Presidi di Tribunale ad oggi ivi allocati.

Di contro, la chiusura delle Sezioni Distaccate insulari comporterebbe un notevole e ulteriore costo per gli addetti ai lavori e per i fruitori del Servizio Giustizia, nonché per tutti coloro che debbano recarsi in Tribunale sulla terraferma (testimoni, agenti di polizia giudiziaria etc.).

Da non tralasciare, poi, il carico di lavoro dell’Ufficio del Giudice Tutelare, chiamato, ad esempio, ad Ischia, ad occuparsi di alcune migliaia di disabili. Il Movimento Forense invita Governo, Parlamento, Avvocatura e Magistratura, a una riflessione doverosa che ponga i diritti dei Cittadini al primo posto nella scala dei valori e degli sforzi tesi al miglioramento della Macchina Giudiziaria; i presidi di Giustizia insulari rispondono a sane e giustificate “spinte localistiche” che cercano di arginare le “spinte accentratrici”, con l’unico obiettivo di garantire la legittima istanza di accesso degli addetti ai lavori e degli utenti tutti alla giurisdizione, e ciò in mancanza di continuità territoriale.

Riconoscere e garantire il PARITARIO DIRITTO DI ACCESSO ALLA GIUSTIZIA e un SERVIZIO EFFICIENTE sui e ai territori innegabilmente disagiati (anche perché lontani dalla terraferma), significa rispondere ai principi costituzionali, a quelli dell’Unione europea, oltre che rispettare il significato autentico di STATO DI DIRITTO. Napoli, 11 gennaio 2023 Il Presidente MF Napoli - Alessandro Gargiulo


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