Dopo aver visto, e richiamato in un precedente comunicato, il deposito dell'interrogazione depositata dall’On. Devis Dori alla Camera (Atto Camera 3/00219) che porta in parlamento il suo appello al governo, il Movimento Forense non può che plaudere all'ulteriore interrogazione presentata dall'On. Valentina D'Orso sul medesimo problema. La mancata approvazione, da parte dei Ministeri Vigilanti, della delibera adottata dal comitato dei delegati di Cassa forense il 16 settembre 2022, concernente l'estensione al 2023 dell'esonero del pagamento del contributo integrativo minimo appare, infatti, sempre più irragionevole. Tale scelta potrebbe costituire un onere eccessivamente gravoso per l'Avvocatura e non è dato comprendere perché la sospensione, operata per il quinquennio 2018-2022, non sarebbe ammissibile per il 2023. L'attività di sollecitazione che oggi la politica nazionale sta svolgendo, in riscontro all’intervento di associazioni ed istituzioni forensi, è sintomo di una presa di coscienza della perdurante crisi che la categoria sta vivendo. Si deve comprendere che la crisi dell'avvocatura corrisponde alla crisi di un sistema sociale e comporta, al tempo stesso, una ricaduta sull'assetto socio economico di un intero Paese. Per tale ragione, il Movimento Forense rinnova l’auspicio che tutte le parti politiche si rendano parte diligente ed esigano dai Ministeri Vigilanti un riscontro chiaro e motivato, perché allo stato le ragioni alla base del diniego non si fondano su una ratio logica, tutelante le parti sociali e condivisibile.
Roma, 10 marzo 2023
Ufficio di presidenza di Movimento Forense Dipartimento Previdenza Forense
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