Con l’entrata in vigore (22 giugno 2022) di una delle disposizioni previste dalla Legge 26 novembre 2021 n. 206, è stata novellata la formulazione dell’art. 543 c.p.c.: in ragione di ciò, taluni addetti degli Uffici Notificazioni, Esecuzioni e Protesti (UNEP)ritengono che l’avviso processuale (al quale adesso sono tenute le parti esecutanti) possa essere vero e proprio atto di esecuzione e, quindi, destinato ad essere accettato dagli sportelli del Settore Esecuzioni e non dagli sportelli del Settore Notificazioni.
Sul piano giuridico, non solitari, osserviamo che l’avviso di cui al nuovo art. 543 c.p.c. consiste in un vero e proprio atto della parte, in quanto formato e sottoscritto esclusivamente dal difensore (al pari dell’atto di precetto) e nel cui contesto processuale l’Ufficiale Giudiziario svolge esclusivamente il suo ruolo ai fini dell’adempimento notificatorio, non già alla stesura del testo e/o alla formazione dell’atto (come invece avviene nell’atto di pignoramento presso terzi).
Di conseguenza, l’avviso di cui al nuovo art. 543 c.p.c. appartiene al novero degli atti che deve essere accettato dagli sportelli del Settore Notificazioni.
Il Ministero della Giustizia, con propria nota del 20 settembre scorso, ha invece ritenuto che tale atto vada annoverato fra quelli di esecuzione, facendo da ciò discendere ogni conseguente implicazione.
La scelta interpretativa pare andare contro il senso della norma e della stessa riforma, appesantendo la procedura con gravami e costi, oltre che rinviando l’iter processuale alla sorte di una notifica richiedente tempi che ritarderanno le fissazioni di udienza e complicheranno l’attività degli stessi magistrati.
Per queste ragioni, il Movimento Forense chiede un intervento immediato, da concordare con le Istituzioni dell’Avvocatura, per superare l’impatto negativo delle descritte conseguenze.
Milano, 22 settembre 2022 Movimento Forense Il Presidente - Antonino La Lumia
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