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IL MOVIMENTO FORENSE DENUNCIA LA GRAVE SITUAZIONE DEI SUICIDI IN CARCERE


Roma, 7 novembre 2023


➡️ IL MOVIMENTO FORENSE DENUNCIA LA GRAVE SITUAZIONE DEI SUICIDI IN CARCERE.


Il Movimento Forense ha già espresso preoccupazione nei mesi di aprile e maggio del 2023riguardo all'aumento significativo dei suicidi in carcere. Purtroppo, nonostante le segnalazioni, talepreoccupazione è rimasta inascoltata e il numero dei suicidi continua a salire, con l'ultimo casoverificatosi ieri nel Carcere di Arghillà in Calabria. Nessuno si è ancora mosso per fermare questatriste escalation, ad eccezione dei coraggiosi agenti di Polizia Penitenziaria, che quotidianamente

affrontano il pericolo nel loro difficile lavoro.


Nonostante l'ordinamento penitenziario preveda che le istituzioni carcerarie debbano essereconformi all'umanità e garantire il rispetto della dignità umana, purtroppo ciò non accade edobbiamo constatare che questa situazione patologicamente cronica non può essere risolta nelcontesto attuale.


Le strutture carcerarie italiane sono obsolete, sovraffollate e insalubri, e rappresentano una totalemancanza di umanità, in contrasto con i principi su cui si basa l'ordinamento penitenziario italiano.


Attualmente, 57 carceri non hanno un direttore, 15 non hanno nemmeno un direttore reggente,

mentre 43 direttori gestiscono contemporaneamente più istituti.


Tutto ciò porta ad una triste verità:

- Le carceri italiane sono simili a quelle di un paese del terzo mondo, con soli 47.000 posti

disponibili per circa 60.000 detenuti presenti nelle celle.

- Invece di perseguire il fine rieducativo della pena, si assiste al perseguimento dell'effetto opposto.

- Il diritto ad una detenzione in linea con le leggi vigenti viene negato quotidianamente.

- I detenuti vengono abbandonati senza un adeguato supporto socio-sanitario, il che spesso portaad atti estremi come il suicidio.


Purtroppo, queste tristi evidenze sono state confermate nel corso del "VIAGGIO DELLA SPERANZA"organizzato dal Movimento Forense (Dipartimento Carceri), in collaborazione con l'Osservatorio Carceri dell'UCPI e Nessuno tocchi Caino. Durante questo viaggio presso gli Istituti penitenziari

lombardi, campani e calabresi, è emersa una realtà che si sperava fosse solo frutto di opere

letterarie.


Ad oggi, il dato drammatico su cui riflettere è rappresentato dal fatto che ben 58 detenuti hannoscelto di togliersi la vita, preferendo la morte a una vita disumana e senza prospettive all'internodelle carceri. A ciò si aggiunge il silenzio delle istituzioni nazionali e dei media che ignorano questagrave situazione.


In un paese democratico e liberale come il nostro, questa situazione è diventata inaccettabile.


IlMovimento Forense ritiene che sia giunto il momento di cambiare rotta e seguire la strada delrispetto dei principi costituzionali e dell'ordinamento penitenziario. Pertanto, richiamando ilcontenuto della Mozione n. 19 (successivamente convertita nella Raccomandazione n. 19)presentata durante l'Ultimo Congresso nazionale Forense, il Movimento Forense formula istanza di audizione presso l'Organismo Congressuale Forense, il Consiglio Nazionale Forense, il Ministerodella Giustizia e il Ministero della Salute, al fine di aprire un tavolo di confronto dove poterdiscutere e denunciare la situazione disumana della giustizia penitenziaria.


Avv. Elisa Demma

Presidente del Movimento Forense


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