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Criticità della Proposta di Legge sulle Madri Detenute

Movimento Forense segnala le criticità della Proposta di Legge sulle Madri Detenute: un potenziale attacco ai principi costituzionali, ai Diritti Umani e deiMinori.


Bari, 17.11.2023


Il Movimento Forense esprime la sua profonda preoccupazione ed attenzione critica nei confronti della recente proposta di legge discussa nell’ultimo pacchetto sicurezza, che prevede la reclusione delle donne incinte o con un bambino sotto un anno, in uno dei quattro istituti a custodia attenuata operativi in Italia e, comunque, non attrezzati per ospitare madri in tali condizioni e bambini di così tenera età.

La decisione, riaprendo le celle per questo gruppo particolare di detenute,

rappresenta un passo indietro nei progressi compiuti per garantire il rispetto dei principi costituzionali, dei diritti umani e dei minori nel sistema penitenziario italiano.

Anche Mauro Palma, Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, ha giustamente sottolineato diversi aspetti critici della proposta del Governo.

La mancanza di Istituti penitenziari specifici per madri con bambini, specialmente in regioni come il Lazio, comporterà un inaccettabile allontanamento dal proprioterritorio, creando disagi significativi.

La normativa mette il personale penitenziario (agenti di Polizia Penitenziaria, educatori e medici) in una situazione ulteriormente difficile e gravosa per l’assunzione delle responsabilità anche professionali, soprattutto nei casi digravidanza avanzata e complicata.

La creazione di nuovi reati, l’aggravamento delle pene già esistenti, non serve adaffrontare e risolvere tematiche e problemi che caratterizzano una certa parte deltessuto sociale; invece di ‘rincarare la dose’, è necessario intervenire sui territori, suquella parte di cittadinanza che non riesce ad intravedere il c.d. ascensore sociale.

La proposta del Governo, inoltre, contrasta con l'impegno assunto e perseguito inpassato e volto ad allontanare l’idea, la possibilità di vedere bambini in carcere;siamo di fronte ad una inversione di rotta che suscita allarme nella comunitàforense e nell'opinione pubblica.

Benché la norma non appaia destinata alle donne rom, va da sé che la ricaduta della stessa sarà inevitabilmente maggiore proprio su di loro, contribuendo ad alimentare il processo di esclusione e mancata integrazione.

Il Movimento Forense ritiene che l’ideazione di nuovi reati, ovvero l’aggravamento continuativo di pene già esistenti non può assurgere a soluzione dei problemi che attanagliano una parte della cittadinanza, meno fortunata, forse, ma, proprio per questo, meritevole di una maggiore attenzione e sensibilità.

Il disappunto del Movimento Forense si estende anche ad altri aspetti della

proposta in parola, in particolare per quanto riguarda le nuove disposizioni relativealle rivolte in carcere, per non parlare, poi, delle suggerite modifiche al reato ditortura.

Il Movimento rifugge la deriva panpenalistica caratterizzante ormai da lungo tempo la condotta legislativa e sostiene la necessità di avere leggi chiare, tassative e in grado di promuovere un sistema giuridico in linea con i principi costituzionali, giusto ed equo.

In un periodo in cui la società cerca soluzioni alle sfide complesse, il Movimento Forense invita il Governo a considerare approcci sempre ispirati ai principifondamentali della carta costituzionale, ai diritti umani e alla giustizia.


Avv. Elisa Demma

Presidente del Movimento Forense

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